L’isola del Giglio
Il Giglio è, per estensione, la seconda isola dell’arcipelago toscano dopo l’Elba. Collocata di fronte al promontorio dell’Argentario, dal quale dista circa 14 chilometri, è dotata di una propria amministrazione comunale e fa parte della provincia di Grosseto. Ha una forma ellissoidale con l’asse in direzione N-NW, S-SE. La superficie dell’isola è di circa 21 Kmq, con uno sviluppo costiero di 28 Km.
Gli elementi morfologici che caratterizzano maggiormente l’isola del Giglio sono la natura prettamente montuosa (il più alto rilievo è il Poggio della Pagana – 496 m, seguito dalle due vette dei Castellucci – 476 e 470), l’esistenza di alcune spiagge in corrispondenza di baie dallo sviluppo talora ragguardevole e una diversificazione dei versanti di ponente e levante per quanto riguarda la struttura della costa. Come conseguenza della presenza di rilievi elevati e ripidi, profonde sono le incisioni provocate dalle acque che riversate dalle piogge invernali si sono scavate una via al mare, scendendo in alvei di rocce granitiche levigate dall’azione erosiva millenaria. Molte sono anche le cisterne e i fontanili, coperti o a cielo aperto, usati per raccogliere acqua piovana in prossimità di campi coltivati, vigneti e ricoveri per il bestiame. Varie sono anche le sorgenti, alcune delle quali di notevole portata ed utilizzate per l’approvvigionamento idrico dei centri abitati.
Le piogge sono scarse, raggiungendo il massimo nei mesi invernali con un valore medio di circa 336 mm annui. Lo spirare del vento rappresenta una caratteristica climatica dell’isola del Giglio. Le originarie foreste termofile di leccio sono state abbattute fin dai tempi antichi per far posto ai terrazzamenti coltivati. A seguito del recente abbandono di gran parte dell’attività agricola e pastorizia, la vegetazione dell’isola è in fase di ricostituzione.
Storia dell'isola del Giglio
Ritrovamenti archeologici attestano una non occasionale presenza umana già dall’età della pietra; anche nell’età del bronzo fu frequentata e non mancò nemmeno la presenza etrusca. Numerose tracce sono rimaste anche della dominazione romana (in particolare una imponente villa in prossimità del porto). Nell’805 Carlo Magno donò l’Isola all’Abbazia delle Tre Fontane, ma dopo varie vicende passò agli Aldobrandeschi, ai Pannocchieschi, ai Gaetani, agli Orsini e al Comune di Perugia. Nel 1241 nelle acque del Giglio, la flotta di Federico II distrusse quella Genovese che portava a Roma i Prelati per il Concilio convocato da Gregorio IX contro lo stesso Imperatore.
Dal 1264 l’Isola fu tenuta dai Pisani, ai quali si deve la struttura urbanistica di Giglio Castello. Nei secoli successivi, il Giglio subì numerose dominazioni compresa quella dei Medici di Firenze dagli inizi del XV secolo. Purtroppo in quel periodo, l’Isola subì numerose scorribande saracene. Il 18 novembre 1799 segna la fine delle incursioni barbaresche nonché l’eroica Vittoria dei Gigliesi contro i "Turchi".
Da questo momento inizia un periodo più tranquillo, che favorì una ripresa economica e demografica, con la ripresa dell'agricoltura, della viticoltura e con L'inizio dello sfruttamento minerario (limonite, ematite, pirite) e l'apertura delle cave di granito, nome, entrambi, già in auge ai tempi dei Romani. In seguito alla chiusura della miniera di pirite nel 1962, ebbe inizio l'attuale realtà dell'Isola del Giglio, il turismo. L'Isola del Giglio dispone oggi di una decina di hotel situati soprattutto a Giglio Porto e Campese, dove si trova anche l'unico campeggio.